Se non fossi stata curiosa forse non avrei mai letto Il Corridore di Marco Olmo. Il libro che parla della sua straordinaria impresa, di una vita dedicata alla corsa.
Non ti piace correre e non ti interessa l’argomento? Siamo in due!
Quindi perché ho letto questo libro? … “E perché mai dovrei leggerlo io?” ti starai chiedendo 🙂
Personalmente, sono sempre stata attratta dalle autobiografie o biografie di personaggi che hanno raggiunto i loro obiettivi, persone di successo, curiosa di capire quali attitudini e abitudini abbiamo contribuito alla loro riuscita.
Siccome tra le mie passioni ci sono anche i viaggi, uno dei blog che seguo è Viaggio Solo Andata di Ilaria e Marco, che guarda caso in un articolo parlavano proprio di questo libro.
Marco Olmo ha fatto il giro del mondo quattro volte. Di corsa.
Questo è infatti il totale dei chilometri percorsi da lui, nella sua vita.
Grazie a quel post di Ilaria e Marco, è nato quel pizzico al petto che, quando mi viene, provoca il cosiddetto “attacco di curiosità” e che, molto spesso, mi porta a premere in automatico il pulsante “Acquista ora”.
E alla fine devo acquistarlo, anzi, voglio!
Non voglio divagare ma devo dirvi che da quattro giorni ho sostituito la parola ‘devo’ con ‘voglio’. La percezione delle cose è decisamente diversa… magari ne parlerò in un altro articolo 😉
Marco Olmo è un corridore di ultra maratone. Per intenderci, sono delle maratone appunto, ma di oltre 200 Km! E Marco Olmo, che un giorno si guarda allo specchio e si chiede “Ma sono io quel vecchio lì?”, all’età di 58 anni, si riconferma campione di Ultra Rail, terminandola in circa 21 ore.
A quell’età? Si. Quindi sedetevi un attimo.
Marco Olmo per tutto il libro si definisce “un vinto”. Uno che non ce l’avrebbe fatta, perché la sua vita era predestinata ad essere … niente di speciale.
Cresciuto nei boschi della montagna piemontese, parla con particolari d’altri tempi di una vita dura e frugale, con le mani nella terra e le guance rosse dal freddo pungente, di chi vive in montagna solo con quel che la montagna da: della farina di castagni, dei giacigli per gli animali fatti con le foglie di castagno, della legna da spaccare per riscaldarsi bruciandola in un focolare, di chi ha un paio di animali per ricavarne latte e uova.
Senza luce né bollette, finché non è arrivata l’industria, la Buzzi Unicem, che con l’appannaggio dello stipendio ha svuotato le case nei boschi e ha dato più agio, e un paio di scarpe in più, alle persone. In cambio, hanno perso la loro libertà. Per nove ore al giorno, per quarant’anni.
“Si è iniziato a fare confusione tra comodità e libertà”.
Marco Olmo ha vissuto il cambiamento tuttavia ha sempre rispettato il suo duro lavoro nel cementificio, portando avanti i suoi turni. E’ un uomo dai valori solidi che parla dei rapporti schietti che ha avuto con i suoi colleghi. Se si ha uno screzio, infatti, secondo Marco bisogna essere chiari e dire quel che si pensa, e poi deve finire lì.
Chi ha tempo per litigare vuol dire che non si sta impegnando davvero nel suo lavoro perché chi ha tempo per pensare a tante sciocchezze vuol dire che ha del tempo libero al lavoro.
“Noi eravamo persone senza troppe storie, a cui era stato insegnato che quando dovevi fare una cosa, tanto vale farla al meglio. E’ una forma di rispetto che si deve prima di tutto a se stessi”.
Correndo al mattino presto, tutte le sante mattine, prima che l’alba svegliasse gli animali e facesse uscire il profumo di caffè dalle cucine, Marco Olmo ha sempre lottato per la sua libertà.
Correre, sentire il contatto delle scarpe con la terra battuta, lungo i sentieri che ogni mattina, anche con pioggia o neve, lo portavano fino in cima alle sue montagne, lo faceva sentire libero.
Un uomo che grazie allo sport ha riscattato la sua vita.
Quel “niente di speciale” di cui spesso parla. Conoscere ogni albero, ogni angolo del sentiero, prevedere una salita e la sua discesa, l’aria più rarefatta, dosando sempre il ritmo e le forze. Arrivando sempre fino in fondo.
Tra i valori fondamentali di Marco al primo posto vi è la vita che condivide con la sua amata Renata.
Tutti gli altri fronzoli sono per le altre persone, come quelle di successo. Lui che quando è già campione, e viaggia oltre confine per partecipare a gare prestigiose come quella sul Monte Bianco o l’ultra maratona nel deserto africano, dorme in macchina o è solito mangiare a cena una zuppa, perché è quella che costa meno e con più altro contenuto proteico.
Quella di Marco Olmo non è mai stata una corsa per la gloria. Anche quando l’ha raggiunta, Marco la definisce come effimera, solo un altro “passo” fatto. Ha tuttavia grande rispetto anche della vittoria, così come è stato per il suo lavoro e per la vita stessa, in ogni momento.
Qualsiasi siano i tuoi gusti letterari, e che ti piaccia o no la corsa, questo libro fa per te.
Perché è un libro che insegna cosa siano l’umiltà, il rispetto, i valori e la disciplina.
Merce rara, insomma.
Ti lascio qui il link per saperne di più sul libro tuttavia se vuoi vedere anche gli altri libri pubblicati da Marco Olmo, puoi cliccare
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